Dopo il memorabile concerto di Sokolov ospite a Colugna ai primi di febbraio, la Fondazione Luigi Bon cala una coppia tutta italiana di talenti alla tastiera, il prestigioso duo composto da Marco Schiavo e Sergio Marchegiani, per un raffinato e al tempo audace programma musicale a quattro mani di intenso sapore Romantico.
Una coppia d’autori a farla da padrone, Johannes Brahms e Franz Schubert, i quali non poco hanno dedicato il loro ingegno per questo genere di organico che desta sempre nel pubblico un particolare fascino ed una certa curiosità.
Così è stato anche per la fedelissima e sempre numerosa platea colugnese che ha assistito l’altra sera, attenta ed appagata, a questo importante evento musicale.
Con Sergio Marchegiani impegnato nei registri medio gravi dello strumento e Marco Schiavo alla sua destra, i 16 Waltzes op. 39 del compositore amburghese hanno aperto le danze – è il caso di dirlo – con il brio e l’eleganza che caratterizzano questa raccolta di brevi e cesellate pagine in forma binaria dedicate all’esteta Edward Hanslick.
Tra tutti, eseguiti con una compostezza e pulizia esemplare a riflettere lo spirito sereno che contraddistingue questa raccolta, ricordiamo il Walzer n° 4 in mi minore, forte e appassionato, il vivace n° 6 in do diesis maggiore, il n° 11 in si minore dal forte carattere ungherese ed i celebri n° 13 in do maggiore e n° 15 in la bemolle maggiore. Dinamiche sempre calibrate, qualità di suono ed espressività esemplari per condotte mai forzate. Quello di Schiavo e Marchegiani è risultato ancora una volta un pianismo estremamente pulito, per un’intesa ed un feeling di raro ascolto. La prima parte di concerto ha visto poi l’esecuzione del capolavoro di Schubert per pianoforte a quattro mani, la Fantasia in fa minore op. 103, una poesia dell’immaginario.
Quattro movimenti collegati tra loro secondo una linea di continuità garantita da un trattamento ciclico delle tonalità di fa minore e fa diesis minore. Sublime e attenta l’interpretazione del duo pianistico italiano, il quale dall’immortale e sintetico tema di apertura dell’Allegro iniziale si è spinto fino al contrappuntistico Scherzo ed al brillate Finale passando per l’emotivo Largo dai vibranti trilli, con compiuta resa melodico armonica e fine padronanza di tocco.
Tanti gli applausi per questa riuscitissima prova che ha portato alla seconda ed ultima fase di concerto con le 10 Danze ungheresi ancora di Brahms. Queste pagine vivaci, preziose miniature in forma tripartita, ritmicamente voluttuose ed intriganti, hanno riacceso con la loro vitalità tzigana il virtuosismo d’effetto che tanta fortuna hanno portato a questi brani trascritti e trasportati dall’autore per vari organici. Anche in questo caso Marco Schiavo e Sergio Marchegiani non hanno tradito le attese del pubblico, interpretando queste danze con la leggerezza e lo spirito “ballerino” che le rende celebri. Le più apprezzate: la n° 2 in re minore, la celeberrima n° 5 in fa diesis minore e la n° 8 in la minore.
Finale con due bis a chiudere ancora tra lunghi applausi una serata danzante: l’ouverture de La Gazza Ladra di Rossini e la Danza ungherese n° 21 in mi minore di Brahms.

Alessio Screm – “InstArt” 17 febbraio 2015